I mestieri di un tempo e come venivano chiamati

Spluciando tra gli atti di battesimo, matrimonio e morte conservati nei diversi archivi si possono scoprire diverse informazioni “di contorno” come indirizzi, stati coniugali, mestieri e quant’altro che danno informazioni interessanti sugli aspetti di vita dei nostri antenati.

Se 100 o 200 anni fa lo stato civile era indicato semplicemente come “libero” o “vedovo” (quando non convivente), e gli indirizzi, soprattutto nei piccoli borghi, più che vie erano “dietro alla Matrice”, “davanti al cimitero”, “in piazza” etc, sono le professioni a darci maggiormente il senso di quanto il tempo abbia modificato la società.

Oltre all’utilizzo di termini diversi da quelli in uso oggi, a parità di professione, stupisce quanto a pochi km di distanza, o a volte addirittura nel medesimo luogo, lo stesso mestiere fosse indicato in modi differenti.

calzolaio_img
Un calzolaio al lavoro nella sua bottega

Un dato su tutti: le professioni più frequenti erano, rispettivamente per uomo e donna, contadino e casalinga.

Il primo veniva indicato indifferentemente come villico, villano, bracciante (a volte anche bracciale) o campagnolo; la seconda era spesso faticatrice o industriosa.

Molto frequenti erano carrettieri (più raramente carradori) e filandiere (o tessitrici), ma anche trafficanti e calzolai, spesso indicati come scarpari, seguiti da terrazzieriferrari e pollai (o gallinari); solo in coda i possidenti.

Una categoria a parte era poi rappresentata da chi lavorava nell’industria estrattiva: minatore ovviamente, ma anche zolfaio, carbonaio o più semplicemente fa carbone!

Un paio di professioni si trovavano pressoché in tutti i Comuni, e con poche varianti terminologiche: i becchini, soltanto uomini, e l’ostetrica (quasi sempre una donna) indicata come mammana al parto.

Quest’ultima in particolare rivestiva una posizione importante e quasi “sacra”, essendo a conoscenza di importanti (per l’epoca) pratiche utili in gravidanza e durante il parto; aveva addirittura il permesso dei sacerdoti per somministrare il battesimo ai neonati in grave pericolo di vita.

La vita un tempo era molto diversa e sicuramente più difficile di oggi, se si pensa che molto spesso i padri non erano presenti alla nascita dei propri figli perchè… Impegnati a lavorare in campagna!

padre_campagna_img
Nel riquadro rosso: “[…] in luogo del marito di questa che non ha potuto denunciarla [la nascita] perchè in campagna”

Per chi volesse approfondire, qui è presente un interessante studio del Prof Franco Cimbali relativo al Comune di Bronte.

11 opinioni riguardo a “I mestieri di un tempo e come venivano chiamati

  1. Chi erano i possidenti? Che differenza c’era tra proprietari e possidenti? E quando veniva scritto “benestanti” cosa significava?

    1. Buonasera Paola,
      i villici erano coloro i quali vivevano e lavoravano nelle “ville” (da cui il termine), intese come i terreni da coltivare. Non possedevano la terra, ma vi lavoravano per conto del proprietario (solitamente detto “possidente”), e spesso vi vivevano anche, quantomeno nei periodi di semina \ raccolto, in condizioni non certo invidiabili.
      Oggi potremmo dire semplicemente agricoltori.

Rispondi a Paola e Lucy Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.